Il “tesoro” in archeologia
Gli eccezionali reperti venuti alla luce in alcune sepolture ritrovate nel 1907, come la famosa “coppa del pescatore”, ma anche gioielli in oro e pietre preziose, provenienti da tombe diverse ma raccolti insieme, hanno creato nell’immaginario comune l’idea di un “tesoro”. In realtà in archeologia questo termine si applica situazioni ben diverse: insiemi di elementi in metallo pregiato, siano essi monete o altri tipi di oggetti, che sono stati raccolti per essere “tesaurizzati”, a volte per il pericolo di furti o saccheggi, e che, per svariati motivi, i proprietari non hanno potuto recuperare.
Nel caso di una necropoli, invece, gli oggetti erano deposti con lo scopo preciso di accompagnare il defunto nel suo viaggio verso l’al di là; i bellissimi pezzi loveresi denotano certamente l’elevato grado di benessere economico di cui dovevano godere alcuni personaggi dell’antica comunità.